Nessuna cultura può vivere se
cerca di essere esclusiva
(Mahatma Gandhi)


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Paul_Cézanne_Autoritratto_1881

Paul Cézanne "Autoritratto" del 1881. L'opera si trova presso la "National Gallery" di Londra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Auguste_Renoir_Autoritratto_1875

Auguste Renoir "Autoritratto" del 1875. L'opera fa parte della collezione Clark e si trova presso "Sterling and Francine Clark Art Insitute" a Williamstown, MA, USA"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Henri_Matisse_Autoritratto_1875

Henri Matisse "Autoritratto" del 1875. L'opera si trova presso il "Centre Geoges Pompidou" di Parigi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Van_Gogh_Autoritratto_1884

Van Gogh "Autoritratto" del 1884. L'opera si trova presso il "Riijksmuseum Vincent Van Gogh" di Amsterdam

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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La Via dei Pittori della Luce

La pittura in Provenza e in Costa Azzurra nasce in tempi lontani, ne sono testimonianza gli affreschi quattrocenteschi, presenti nelle chiese della Contea di Nizza, dei Piemontesi Giovanni Canavesio (1425/30-1500) e Giovanni Baleison (1463-1500 circa) e del nizzardo Louis Bréa (1450 – 1523), artisti che hanno posto le basi della scuola pittorica in quella regione.
Sono stati soprattutto gli impressionisti a fare della costa e dell’entroterra la propria patria elettiva, dipingendo questi luoghi come mai era stato fatto prima. I siti provenzali rappresentati sulle loro tele si sono imposti nella storia della pittura lasciando una traccia indelebile del loro passaggio.

Van Gogh Sentiero di notte in provenza “La via dei pittori della luce” è un invito ad un viaggio nel cuore della Provenza sulle tracce di questi grandi artisti che hanno segnato con le loro opere il periodo compreso tra il 1875 ed il 1920. Lasciamoci  prendere per mano e guidare in questa regione, attraverso lo sguardo di coloro che l’hanno esaltata e ci hanno fatto apprezzare i paesaggi e la luminosità che li  hanno ispirati, ritrovando insieme i siti che hanno dato origine alle opere più famose tanto da immaginarli ancora nei luoghi delle loro creazioni.

La Provenza di Renoir, di Cézanne, di Van Gogh, di Matisse, di Picasso è sempre lì, nonostante i paesaggi siano cambiati, immersi nella loro luce e nei loro colori immutabili nel tempo.
La scelta limitata dell’arco temporale si impone, non solo in funzione del nostro obiettivo di ricerca ma anche perché il periodo, che va dalla fine del XIX secolo all’inizio del XX, è considerato una vera e propria “epoca d’oro” nella quale la Provenza diventa sede di tutte le ricerche innovatrici delle nuove tendenze pittoriche.

 

 

Paul Cézanne (1839-1906)

“Mi immergo nel paesaggio quotidianamente, le bellezze che vedo rendono i miei giorni più gradevoli che in qualsiasi altro luogo”

La Provenza, così come la Costa Azzurra, tra l’ottocento ed il novecento si è via via trasformata. Sono mutate le dimensioni, le frequentazioni, lo scenario economico ed anche il mare del golfo di Marsiglia visto dall’Estaque, a prima vista immutabile, si trasforma sotto l’occhio attento ed innovatore di Cézanne, cambia aspetto, diventa “un’altra idea di mare”. Un mare visto, pensato, vissuto da terra, coltivato come una campagna,  fluente oltre la costa come un’onda luminosa che s’infrange sugli scogli e si riversa tra gli uliveti, le pinete, fino alle prime montagne delle Alpi Marittime.
Intento di Cézanne è fare della pittura una nuova “architettura della natura”, il “motif” del golfo dell’Estaque è, per l’idea di mare, l’equivalente del “motif” della montagna Sainte- Victoire per l’idea di monte.
Il Mediterraneo del Maestro è “architetturato” nelle sue acque, nei pini e nelle rocce che lo delimitano, nel suo azzurro-blu, non è più il “mare-sipario”delle scene paesaggistiche di molti pittori provenzali come i grandi F.M. Granet, J. Bidauld, F. Guigou; non è più il “mare-apparizione” degli impressionisti. E’ un mare denso di avventure coloristiche che richiamano il romantico Delacroix, serrate in strutture compositive che echeggiano il classico Poussin.

Cézanne Golfo dell'Estaque

Questa è l’idea di pittura che trova piena realizzazione nella marina di Cézanne, in quello scorcio di golfo di Marsiglia prospettato tra i pini alti, con quelle fronde a volute di nuvola; in quel pezzo di mare, impastato di frammenti di luce, ora quasi verde vicino alle verzure di terra, ora d’un blu quasi violetto steso sulla tela a tratti discontinui in cui si avverte un fremito d’onde, in quei” tetti rossi sul mare azzurro” sotto un sole implacabile. Nelle visioni di questo mare c’è dunque una nuova idea di azzurro perché c’è una nuova cultura del colore. C’è invenzione di nuovi colori mediterranei, colori di Provenza come quelli che, ispirato da Cézanne, ha continuato a ricercare Braque. Come il rosso argilla delle case sotto il viadotto dell’Estaque. E così pure, il cupo mare blu-violetto del golfo di Lecques, quasi nero se non per un riflesso di smeraldo.

Braque Paesaggio a l'Estaque

Sono i colori che si ritroveranno nelle opere di Picasso, di Matisse, di Derain, di Klee, e di tanti altri pittori ispirati dai paesaggi dipinti “en plein air” in Provenza che sono stati all’origine del movimento intellettuale che ha rifondato la modernità in Europa agli inizi del ventesimo secolo, ispirazione che Albert Camus definì “umanesimo mediterraneo”.

Auguste Renoir (1841-1919)

“Per fare questo disegno ci ho messo cinque minuti, ma ci sono voluti sessant'anni per arrivarci”

Renoir decise di trascorrere gli ultimi anni della propria vita (dal 1907 al 1919) nella splendida villa di Les Collettes, all’ombra del castello di Cagnes.
Lavorava tra i due ateliers del primo piano ed il giardino in cui ancora si ergono ulivi millenari. La tela dal titolo “Paysage des collettes”, che tuttora troneggia al pianterreno, testimonia e sublima le emozioni che gli Impressionisti provavano dinanzi alla luce mediterranea. La casa è oggi raggiungibile passando dalla litoranea all’entroterra all’altezza del Cros di Cagnes e dal 1960 è stata trasformata in museo dalla città di Cagnes e raccoglie una decina di opere tra le più significative di Renoir.
Assai prima che Renoir si spegnesse, era giunto sulla costa, nel 1892, Paul Signac, fondatore con Georges Seurat della “Société des Artistes Indépendants” fautore della teoria del “pointillisme” e neoimpressionista dichiarato.
Arrivato a bordo del proprio Yacht “l’Olympia” si stabilì a Saint Tropez e fu presto seguito da Henri Charles Manguin (che vi sarebbe morto nel 1943), da Pierre Bonnard (poi trasferitosi a Le Cannet), da Henri Matisse (che operò un po’ su tutta la Costa ma soprattutto a Nizza).

Renoir Paysage aux Collettes

Le loro tele, assieme a quelle di molti altri artisti che hanno lavorato a Saint Tropez (Maurice Denis, Raoul Dufy, Lebasque, De Segonzac, Utrillo, Maurice de Vlaminck, Georges Braque, sono esposte nell’antica cappella dell’Annonciade trasformata in museo.

Henri Matisse (1869-1954)

“Quando capii che ogni mattina avrei rivisto quella luce, non riuscivo a capacitarmi della mia fortuna”

Nato nel 1869 a Le Cateau-Cambrésis nel nord della Francia, Matisse scoprì il sud della Francia nel 1898 durante il suo viaggio di nozze in Corsica.
Nel 1903 entrò in contatto con Henri Edmond Cross e Paul Signac con il quale nel 1904 trascorse l’estate a Saint Tropez e dipinse il famoso “Luce, calma e voluttà”. L'opera fu esposta con grande successo al Salon des Indépendants nella primavera del 1905. Signac rimase talmente affascinato dal dipinto che nel mese di settembre lo acquistò e lo espose nella sua villa La Hune a Saint-Tropez ritenendolo un ottimo esempio delle sue teorie sul pointillisme.

Matisse Lusso Calma e Voluttà

Matisse ritorna nel sud della Francia nel dicembre del 1915 , in compagnia del collega ed amico Marquet, sulle orme di Cézanne, e nel mito dell’irreversibile soggiorno di Renoir.
Nel 1917 Matisse si reca a Nizza per curare una brutta bronchite ed è amore a prima vista con la città “Molti vengono qui per la luce e per la qualità pittoresca. Quanto a me, io vengo dal Nord. Ciò che mi ha indotto a restare sono i grandi riflessi colorati di gennaio, la luminosità della luce diurna”.
Il primo atto della sua decisione di stabilirsi a Nizza è rendere visita a Auguste Renoir nella sua villa delle Collettes il 31 dicembre del 1917.
Matisse lo ricorda così:
“La sua vita era un martirio: soffriva da vent’anni delle peggiori forme di reumatismo. Le giunture delle dita erano immense, callose, orribilmemte distorte. E tuttavia egli dava ancora vita ai lavori più belli! Mentre il suo corpo si disfaceva, l’anima in lui sembrava diventare più forte ed esprimersi con una felicità sempre più radiosa”.

Matisse Interno con Custodia di Violino Matisse gli lascia le ultime opere realizzate a Nizza ansioso di conoscere il suo giudizio. Torna da Renoir all’inizio del 1918 con nuovi dipinti. Matisse ricorda con queste parole quel nuovo incontro: “Mi ricevette cordialmente, e io gli mostrai parecchi lavori, al fine di scoprire la sua opinione. Li guardò con una certa disapprovazione. Poi disse:” In tutta sincerità, non mi piace ciò che lei fa. Preferirei dirle che lei non è un buon pittore, o addirittura che lei è un pessimo pittore. Ma c’è una cosa che mi trattiene: quando lei mette il nero sulla tela, funziona nella sua stesura. Per tutta la vita, ho pensato che non si può usarlo senza rompere l’unità cromatica della superficie. E’ un colore che ho abolito dalla mia tavolozza. Quanto a lei, usando un vocabolario colorato, lei introduce il nero, e “lo tiene”. Così, malgrado i miei sentimenti, penso che lei sia con assoluta certezza un pittore”.
La luce del cielo ed i riflessi del Mediterraneo legheranno indissolubilmente Matisse a questa terra, nel 1943 si insedia a Vence per un periodo di lavoro intenso, durante il quale accetta, per amicizia della suora domenicana Jacques Marie, che in passato fu sua modella, di decorare “La cappella del rosario” da lui considerata il suo capolavoro.

Nel 1949 si stabilisce definitivamente sulla collina di Cimiez a Nizza dove lavora ininterrottamente fino al giorno della sua morte avvenuta il 3 novembre del 1954. A Matisse la città di Nizza ha dedicato un Museo ospitato dal 1963 nella villa des Arènes, splendida dimora genovese del XVII secolo.

Vincent Van Gogh (1853-1890)

“Le leggi dei colori sono inesprimibilmente belle, proprio perché non sono dovute al caso.”

Vincent Willem Van Gogh nasce il 30 marzo 1853 a Groot Zundert nel Brabante olandese. Da Parigi dove si stabilisce nel 1886, facendo la conoscenza di vari pittori tra cui Paul Gauguin, si trasferisce ad Arles al principio del 1888. All'inizio la situazione è deludente, freddo e neve non sono un buon viatico per Vincent, fortunatamente per lui la primavera è alle porte, la temperatura si alza e può iniziare a lavorare all'aperto.

Van Gogh GirasoliIl cambiamento delle sue tele è immediatamente evidente. Dipinge i girasoli, come lui alla ricerca del sole, i mietitori e i seminatori nei campi di grano. Le pennellate diventano spesse e brevi, i colori assumono le intensità tonali del sud, i gialli esplodono diventando quasi accecanti. Questo è un periodo particolarmente fecondo per Van Gogh che crea opere che sono probabilmente le più vigorose che abbia mai realizzato.

Ma questa esperienza unica andrebbe condivisa con altri artisti e così invita Gauguin che, grazie all’aiuto finanziario di Theo fratello di Vincent, lo raggiunge in autunno. Ma proprio durante il soggiorno di Gauguin, il 23 Dicembre Vincent ha una prima crisi di follia, aggredisce Gauguin con un rasoio e, raggiunto da lui, si allontana e si mozza il lobo dell’orecchio sinistro del quale fa dono alla sua prostituta preferita.

Nel gennaio del 1889 viene ricoverato all’ospedale di Arles, dal quale viene dimesso poco dopo. La sua salute però non migliora e nel maggio del 1889 entra nelll’ospedale psichiatrico di Saint-Rémy-de-Provence dove gli viene assegnata una stanza per lavorare e gli è permesso di recarsi a dipingere in campagna; le crisi però non lo abbandonano. Continua a dipingere intensamente, soprattutto paesaggi, e inizia ad interessarsi al tema dei cipressi.

Van Gogh Notte stellata

Nella primavera del 1890 lascia l'ospedale e si stabilisce a Auvers-sur-Oise dove riprende a lavorare alacremente ma il 27 luglio "in tutta lucidità" come scriverà Emile Bernard, in aperta campagna, si spara un colpo di rivoltella al cuore. Resta in vita senza perdere conoscenza e muore due giorni dopo assistito dal fratello Theo.

Pagine di approfondimento: L'epilessia di Van Gogh 1a e 2a parte

Saint-Paul-de-Vence e la Colomb d'or

Nei primi anni del ventesimo secolo, questo incantevole villaggio provenzale, abbarbicato sulla montagna non era ancora diventato il rifugio prediletto di artisti e intellettuali. Nel 1920 Paul Roux, con l'aiuto di sua madre, apre a Saint-Paul-de-Vence una caffetteria "Chez Robinson" che in breve tempo, soprattutto nei fine settimana dove la terrazza si trasforma in pista da ballo, diventa luogo d'incontro degli abitanti dei dintorni. Paul ha allora l'idea con la complicità della moglie Titine di trasformare la caffetteria in albergo: nasce così la "Colombe d'Or".

Saint Paul de Vance La Colombe d'or

L'ospitalità di questa famiglia, l'amore per l'arte attira gli artisti che diventano in breve tempo ospiti fedeli. La locanda diventa così hotel leggendario dove ogni pittore e scultore lascia una traccia di sé: quadri, disegni, collages, fotografie, colombe scolpite, ricordi di Soutine, Modigliani, Foujita, Signac, Dunoyer de Segonzac, Dufy, Matisse, Chagall, Dubuffet, Max Ernst, Chaissac, Mirò, Picasso, Braque, Calder……
L'hotel continua a svilupparsi nella sua architettura, la facciata è assemblata con le pietre di un vecchio castello d'Aix en Provence, l’arte della semplicità è coltivata nei dislivelli degli spazi sovrapposti e dei giardini a terrazze piantati a cipressi, dei cortili, dei pergolati sommersi dai roseti, dai lauri, dai gerani traboccanti da vasi di terracotta verniciata.




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