L’autrice, Maryvonne Pellay, i cui studi spaziano dal campo scientifico (École Normale Supérieure physique, médeci- ne) a quello artistico (corsi di teatro e tournées, lavori in atelier con diversi scultori) ha attivamente partecipato alla prefigurazione di grandi musei e ha realizzato produzioni multimediali interattive per: Cité des Sciences, Parc de la Villette, Musée des Arts et Métiers con Dominique Ferriot, Musée d’Orsay con Madeleine Rebérioux, Grande galerie du Muséum, Palais de la Découverte, Mémorial de Caen, Musée de Bibracte, Musée de Samara.


Messasi in evidenza per il suo percorso professionale al ser- vizio dell’informazione scien- tifica e culturale è stata inviata all'Onu, a Vienna, come delegata per la CNUSTED.

"Se connaître" è il blog di Maryvonne Pellay dal quale è stato tratto l'articolo "La Famiglia Bellelli"

Blog Se Connaître

 

 


Degas, autoritratto 1863

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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La Famiglia Bellelli di Édgar Degas
di Maryvonne Pellay

 

Giulia, un personaggio vicino a Degas

“Io le faccio con i loro abiti neri e i piccoli grembiuli bianchi che stanno loro a pennello”, esclama Degas dipingendo queste due cuginette.

Chi desidera uscire da questo dramma domestico? Tutti gli sguardi divergono. Sotto la protezione materna, Giovanna, in piedi, fissa diritto davanti a sé. Seduta male, Giulia, sua sorella, accenna un passo di danza. Movimento d’impazienza, lei ha voglia di seguire il piccolo cane. Fuori campo dinamico. Lei si avvicina al pittore. Come la composizione mette in scena tutte queste emozioni e le cose non dette?

Probabilmente in mostra nel 1867 - 2 x 2,5 m.

Soggetto

La famiglia Bellelli è un ritratto di gruppo. Laure de Gas, la zia del pittore, ha sposato Gennaro Bellelli, uomo politico napoletano impegnato nella lotta per l’indipendenza dell’Italia e partigiano di Cavour. In quel periodo Gennaro Bellelli è lontano dalla sua città natale, si trova in esilio politico a Firenze, ne soffre terribilmente e le sue difficoltà personali colpiscono la sua vita familiare e particolarmente sua moglie Laure, lei stessa personaggio complicato, come si può percepire nel quadro realizzato in quel periodo molto tormentato. La due ragazzine Giovanna e Giulia sembrano invece meno interessate agli avvenimenti familiari, chiaramente l'atmosfera generale non impedisce loro di vivere le loro vite di bambine. Il Talento del loro cugino (o la sua tenerezza) è riuscito nell’impresa di far apparire in ogni personaggio il senso della sua solitudine, le ragioni del suo atteggiamento così come è descritto nell’opera; e il suo legame con gli altri membri della famiglia. Questo quadro è effettivamente l’opera maggiore del giovane Degas; ha 24 o 25 anni quando inizia a dipingerlo, prima a Firenze poi a Parigi, qualche mese dopo il suo rientro dall’Italia, nell’atelier in cui si sistema, partendo da disegni e schizzi realizzati sul posto. Non si sa quando lo terminò ma si pensa che lo rielaborò prima di presentarlo in mostra quasi 10 anni più tardi. E’ più che probabile che l'ambizione del giovane iniziando a dipingere un quadro di questa dimensione, fosse di presentarlo ad una mostra. Questo quadro non è tuttavia un’opera di circostanza, perché contiene un’attenzione unica e una concezione del soggetto completamente nuova, è il ritratto di chi è là, adesso, sotto gli occhi del pittore, in una sorta di concentrazione emotiva, espressa con uno dei contenuti più intensi e più belli che si possano vedere nella pittura di questo secolo. In questo ritratto di famiglia, eccezionale per le sue dimensioni ed il suo realismo innovativo, Degas ha introdotto sotto forma di piccolo ritratto, che spicca sul muro di fondo, la figura del nonno Hilaire Degas appena morto, da cui i vestiti a lutto dei personaggi femminili. Questo quadro, probabilmente presente al Salon del 1867, rimase in seguito nello studio dell'artista e fu lasciato presso Durand-Ruel nel 1913. Poche persone lo videro prima della morte di Degas nel 1917.

Composizione

Il quadro è diviso in due parti nettamente distinte che corrispondono ai due personaggi adulti, il padre e la madre, Gennaro e Laure Bellelli. Nell’universo del padre: la poltrona nera su cui è seduto, il cagnolino già mezzo fuori dal quadro, il bordo del tavolo su cui è posato un rotolo di carta, il camino in marmo grigio sormontato da uno specchio con cornice dorata, l’orologio a colonne, i libri, il candelabro.
Una linea che segue la cornice dello specchio e la linea del caminetto che le fa seguito, lo separa dall’universo della madre al quale corrispondono: l'apertura dietro di lei, il ritratto di suo padre con la cornice dorata sul muro, le due figlie Giulia e Giovanna, il lato sinistro del tavolo su cui poggia la mano a fianco (probabilmente) di una borsa da lavoro variopinta. I due personaggi sono inscritti ciascuno in un triangolo che non si interseca che in prossimità del piede visibile della ragazza (Giulia) che si trova al centro del tavolo lungo la linea che corrisponde allo sguardo del padre, e al piede assente attraverso la linea che segue la diagonale del braccio sinistro della madre. Degas ha dato a questa composizione sottile, una sorta di autonomia relativa allo spazio delle due bambine che sono anche inscritte in due triangoli più piccoli, quello di Giovanna inscritto in quello di sua madre e l'altro che crea una sorta di collegamento tra il padre e la madre.
La composizione, che mette in relazione i differenti elementi del quadro, fornisce una ridda di informazioni coordinate che permettono di addentrarci in questa opera come si penetrerebbe nell’universo di un film, il regista italiano Visconti raccontava che la storia di una famiglia era sufficiente per descrivere l'universo di un paese in un certo momento, questa frase del grande cineasta potrebbe benissimo applicarsi a questo quadro di Degas che del resto descrive una famiglia italiana.

Colore, luce

Nessun colore vivace in questo grande quadro di lutto, il nero il bianco e questo dolcissimo blu della tappezzeria dominano l'insieme. Tutto il resto sono note: Effetto oro per la cornice del ritratto del nonno, Hilaire Degas, la cornice dello specchio, il rosso carminio delle colonne dell'orologio, e il tappeto sul pavimento dai colori smorzati. Una solo cosa cattura davvero l'occhio: questo piccolo ammasso di colore di quello che si può immaginare essere un nécessaire da cucito che viene messo in relazione con la mano di Laure Bellelli.
L'atmosfera generale è impregnata da questo blu in due tonalità della tappezzeria, al quale fanno da contraltare i colori ocra dell’oro, i bruni e i grigi del tappeto. Le tinte in oro sono ben valorizzate da questo blu, ma anche i neri degli abiti e della poltrona di Gennaro Bellelli e sicuramente il bianco dei grembiuli delle bambine così sottilmente impregnati di questo blu diffuso che può essere interpretato come un richiamo al cielo della Toscana, che dona al quadro una nota fresca e allegra che ben si concorda con la giovinezza di queste due bambine che sono per il pittore la parte più importante, perché all’epoca lui è ancora giovane e quindi vicino alle sue cuginette. Del resto è risaputo che amava profondamente ed era molto legato alla famiglia di sua zia. Laure Bellelli l’aveva invitato, dal canto suo, in Toscana dove è rimasto più a lungo di quanto non avesse previsto in origine.
Il lutto per il nonno Hilaire Degas, Gennaro Bellelli non sembra portarlo, per lo meno nel quadro, ma curiosamente la sua poltrona è nera, in questo dettaglio vi è probabilmente l’ironia di Degas, la poltrona dell’esilio politico è paragonata a un lutto. Comunque Gennaro Bellelli è descritto come un personaggio preoccupato solamente della propria storia, immobilizzato accanto al fuoco di fronte allo specchio, la testa sormontata da un orologio, in attesa; e se distoglie gli occhi dalle carte che sono sul tavolo è appena per un istante quello in cui il suo sguardo è messo in relazione con l'attenzione che sua figlia Giulia rivolge al piccolo cane che è già uscito per metà dalla cornice del quadro. Questa idea di tirarsi fuori dimora in questi due personaggi, il padre e la figlia, ovviamente in modo diverso, e Degas che mette in relazione queste due persone non solo per ragioni psicologiche, ma ancora di più per ragioni pittoriche: due diagonali create tra la parte superiore del grembiule e il braccio sinistro del padre appoggiato sul bracciolo della poltrona nera. Così Il pittore crea una relazione visiva complessa, perché diversamente da Giovanna, Giulia, che fa parte dell’universo della madre, ne è parzialmente separata e qualche cosa la ricollega a suo padre da cui pure é divisa.

Materia, forma

La fattura di questo quadro rimane ancora classica, tradisce l'ammirazione di Degas per i vecchi maestri come Van Dyck o Bronzino ma anche moderni come Ingres, ma l’elaborazione del soggetto non lo è, perché Degas sviluppa un momento della storia di una famiglia, con una ricchezza straordinaria. Ciò che importa di più al pittore sono, indiscutibilmente, le due ragazze attraverso le quali egli descrive la storia di questa famiglia, Giovanna ruota nell'orbita di sua madre, ella è dipinta come se formasse con la madre un unico personaggio. Ma nel quadro, e per Degas, se Laure domina la coppia madre-figlia per la sua statura, la presenza di Giovanna è molto più forte di quella di questa donna persa nel suo dispiacere e completamente rivolta verso la propria interiorità; la piccola Giovanna guarda verso noi (o verso il pittore) con intensità, lei sa che sta per essere dipinta, e il suo grazioso visino lascia trasparire una certa esultanza. Giulia è il centro del quadro, si potrebbe dire che lei ne è l’agente motore; per metà seduta su una sedia dello stesso blu della tappezzeria, lei è sbilanciata, un piede a terra l’altro nascosto sotto di lei, le mani sulla vita, lei è nella posizione di partenza di una danzatrice; lo sguardo è attratto dal cagnolino che esce dallo spazio del quadro, ma è ambiguo, sembra guardare ciò che il cane rappresenta per lei: Uscire. Il movimento di libertà di questa bambina è quello che trascina la dinamica del quadro, è raffigurato da un movimento di danza; durante tutta la sua vita Degas disegnerà delle danzatrici per l’espressione del movimento nella sua più grande bellezza.

"Extrait de l'analyse plastique effectuée pour le CD-Rom de jeu Secrets d'Orsay réalisé par Maryvonne Pellay avec le Musée d'Orsay"

 

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