Nessuna cultura può vivere se
cerca di essere esclusiva
(Mahatma Gandhi)



 

 

 

Costantino (826-869), meglio conosciuto con il nome monastico di Cirillo, è venerato come Santo con il fratello Metodio (815-885), anch'egli evangelizzatore bizantino dei popoli slavi.
I due fratelli, nativi di Tessalonica, città che all'epoca contava una forte presenza slava, ebbero modo, proprio per questa ragione, di impadronirsi della lingua di questi popoli scesi dal nord.
Cirillo, inviato con il fratello come missionario presso gli Slavi della Grande Moravia, iniziò a tradurre brani dal Vangelo di Giovanni e, celebrando la liturgia in tale lingua, a gettare le basi di una vera cultura cristiana presso quei popoli.

 

 

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BIBBIA CECA NEL CORSO DEI SECOLI
L'aspetto culturale e devozionale nell'arte sacra

 

L’esposizione delle Bibbie ceche, inaugurata a Praga nel 2002 al Senato del Parlamento della Repubblica Ceca, e nel 2008 a Roma, nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, approda a Torino, in occasione dell’Ostensione della Sacra Sindone, grazie ad una felice iniziativa della "Compagnia di Valfrè" e della "Società degli Amici della Bibbia Ceca os Praga".

La mostra, ospitata nella Sala Valfrè, commemora il periodo delle prime traduzioni di Cirillo e Metodio dei testi biblici nella lingua degli Slavi Moravi. Una raccolta unica che comprende numerosi pezzi rari come il Codice Vyssegradensis del 1085, la Bibbia di Velislav del 1340, la Bibbia di Dresda (1360), quella di Severino (1537), quella di Kutná Hora 1489, fino alla Bibbia di Kralicka del 1579 e  quella di San Venceslao del 1677.

Bibbie finemente decorate che parlano della bellezza del libro più letto e diffuso al mondo che,er miliardi di persone, rappresenta il messaggio con il quale Dio comunica direttamente con la gente e annuncia la sua volontà e, per moltissime altre, uno dei pilastri della cultura umana che copre un periodo di più di mille anni e offre uno spaccato storico di incredibile valore.

Facile capire come la traduzione del testo latino della Bibbia, nelle diverse lingue, oltre ad avere ancor di più amplificato la sua portata, abbia dovuto e potuto rispondere, nella scelta dei termini e delle interpretazioni, alle diverse  esigenze di comunicazione di ogni cultura.

Da qui l’importanza di questi volumi e della loro evoluzione. La mostra, quindi, vista come evento culturale in grado di offrire ai credenti un'occasione per rivisitare temi cari della fede, ai laici non credenti un'opportunità per effetture un percorso nel tempo alla scoperta dei lavori miniati, della stampa e di varie tecniche incisorie.


esposizione Bibbie Ceche in Sala Valfrè

La Storia

Era l’ 863 quando i fratelli Costantino, meglio noto con il nome monastico di Cirillo, e Metodio su invito del principe Rotislav giungono in Moravia e iniziano la traduzione della Bibbia nello slavo antico, scritto in alfabeto glagolitico.
Papa Stefano V però, su pressione di vescovi locali, vieta la liturgia ceca il tutto il paese, ripristinando il latino come unica lingua liturgica ammessa dalla Chiesa. Lo slavo rimane la lingua ufficiale in Bulgaria e Croazia grazie alla lungimiranza dell’imperatore Simone che, nel IX secolo lo proclama lingua ufficiale.
Si dovrà aspettare il 1100 per vedere il rifiorire della letteratura nelle lingue nazionali, ma sarà Carlo IV a dare impulso alla traduzione della Bibbia nel XV secolo, con tre diverse traduzioni, mentre la nascita della stampa dà ovviamente nuovo impulso alle pubblicazioni.
Nel 1475 viene pubblicato il Nuovo Testamento in ceco che, dopo la traduzione in francese e tedesco, è la terza edizione in lingua nazionale. La prima edizione completa fu, nel 1488, la Bibbia Praghese, seguita dalla bIbbia di Kutnà Hora nel 1489.
Nel 1529 il tipografo Pavel Severin di Kapi pubblicò la Bibbia di Severino rivista e modernizzata nel linguaggio mentre, dopo varie edizioni, nel 1579 fu pubblicata la Bibbia di Tralice, riconosciuta come esempio letterario ceco e punto di riferimento per varie traduzioni cattoliche successive.

 

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