L’autrice, Sandra Coluccia Berkol, nasce a Lecce nel 1947. Si laurea in Biologia a Torino dove vive. Eredita dal padre pugliese la passione per il presepe. Dopo i grandi presepi in cartapesta allestiti per il Natale in famiglia, realizza il suo primo presepio in“cassetta” nel 1998. L’idea nasce da un intimo desiderio di rivivere i propri ricordi con gli odori e i colori di un tempo, fermarli… e ritrovarli ogni volta che, pian piano, si apre lo “scrigno”. Con materiale povero e naturale realizza ogni volta ambienti diversi. L’evento emozionante della nascita di Gesù è sempre al centro come simbolo di speranza e di rinascita. Dal 1999 ad oggi ha partecipato a mostre presepistiche a Torino, Verona, Alessandria e Roma. Le sono stati conferiti premi speciali a Verona nel 1999, in occasione dell’ XI Concorso Internazionale del Presepio ed a Roma nel 2008 alla Mostra “100 Presepi” . Negli anni successivi ha continuato le sue personali esposizioni a Villarbasse nel palazzo D’Angennes; a Ciriè all’Universita della terza età; a Villa Vidua a Conzano e nel Palazzo della Prefettura di Casale Monferrato . A Torino nel Palazzo della Prefettura, alla Pinacoteca Albertina, in sala Valfrè, nella chiesa di S. Giuseppe, S. Pelagia, S. Maria Maddalena; a Villa Amoretti. A Condove nella chiesa di S.Rocco, a Ivrea nella sede l’Albero della Speranza e nella sala comunale di Albiano . In Germania a Colonia per il gemellaggio con Torino. Inoltre ha tenuto corsi per bambini e genitori per costruire insieme il proprio presepe e corsi nelle scuole.

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SCRIGNI CHE NASCONO DAL CUORE
I Presepi di Sandra Coluccia Berkol
Micro capolavori raccchiusi in piccoli scrigni di legno

 

Anche quest'anno, nel mese di dicembre, per l'ottavo anno consecutivo, la nostra Associazione ripropone in Sala Valfrè un'iniziativa che ha sempre riscosso molti consensi ed apprezzamenti "I Presepi" di Sandra Coluccia.

Presepi come opere d’arte, capolavori in miniatura racchiusi all’interno di sorprendenti scrigni che, dischiudendosi, diventano paesaggi e luoghi di un immaginario correlato sì alla Natività di Cristo, ma anche all’attualità di questo nostro mondo in perenne conflitto e sofferenza.

Così Sandra Coluccia fa nascere il Bambin Gesù nel desolato sobborgo di una metropoli post- industriale, né più né meno di come Albrecht Dürer ambientava il Natale tra fatiscenti ruderi di vecchie case diroccate. Perché, con fede, Sandra Coluccia è convinta che Cristo rinasce ogni volta che una madre, povera, dà alla luce un figlio in un ambiente inospitale e la Sacra Famiglia è una delle tante famiglie oggi in fuga da guerre e da persecuzioni, alla ricerca di un raccolto luogo di pace e benessere dove far crescere il loro bimbo.

La Coluccia crea i suoi presepi con statuette in miniatura accostandole a svariati objets trouvés, assemblati con straordinaria abilità e meticolosità, tanto che scatola magicamente si chiude facendo combaciare al suo interno due paesaggi a prima vista incompatibili, ma di fatto perfettamente combacianti.

Tante minuscole luci elettriche (riveliamo il segreto che sono dei LED usati nei fari delle più moderne autovetture) soffusamente rischiarano notti stellate e cieli blu cobalto sovrastanti colline, monti, pianure, deserti, ma anche città irte di case, grattacieli e fabbriche. Plastici evocativi di un mondo postmoderno, dove ci sono guerre, conflitti, violenze e a stento si trova un’oasi di tranquillità dove una donna, magari clandestina, è costretta a partorire.

Già, perché dietro all’apparente delizia di questi presepi, c’è la volontà di esprimere i paradossi, le ingiustizie e i segreti amari e sottaciuti di un mondo del benessere che tra le sue pieghe nasconde momenti di amara sofferenza. L’arte però allontana il pessimismo e la pratica quotidiana di costruire presepi in the box è per la Coluccia una panacea, una consolazione; così in questi minuscoli mondi aleggia un grande afflato poetico, religioso e laico al contempo.

 


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